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art. di Marco Cosenza, fonte www.wired.it –
A metà strada tra Ruzzle e Babbel, una lingua morta incontra gli strumenti moderni. La gamification sbarca sui banchi del liceo con un progetto che potrebbe espandersi poi ad altre materie. Gli operatori nel campo dell’istruzione 2.0 prendano appunti
Est modus in rebus. C’è un metodo, ci ricorda Orazio, corretto di rapportarsi alla vita e alla sua traversie. Tra queste potremmo annoverare anche la scuola, coi suoi obblighi e le sue opportunità. Gianluca Sinibaldi, che con Orazio litigava sui banchi del liceo, ha pensato che un modo per svecchiare la scuola fosse portare nelle aule impolverate un tocco di gamification e mobile.
A 25 anni di distanza dalla maturità, e dopo un percorso che l’ha portato dal classico all’IT, Gianluca ha creato una app per imparare il latino… giocando. Non aspettatevi un Google Translator o un Word Lens per il latino (è semmai più vicino a Babbel). Lvdvs non è un traduttore, è un allenatore. Uno sparring partner che non si annoia mai, che risparmia l’imbarazzo di fare continuamente la stessa domanda al professore, e, come i bravi insegnanti, dà un consiglio che aiuta a ragionare anziché lasciarti fare scena muta. “Repetita iuvant“, riassume Sinibaldi.
Lo studente-giocatore ha il compito di identificare, attraverso l’analisi logica e 12 livelli a difficoltà crescente, gli elementi che gli permetteranno una corretta traduzione di periodi e massime antiche: prima il soggetto poi il verbo e a seguire i complementi.
Con la libertà di sbagliare ma anche stimolando lo spirito ludico-competitivo. È possibile giocare senza timer o a tempo: meno ne impieghi, più punti fai. È possibile poi aggiungere amici da sfidare (stile Ruzzle) e condividere classifica e risultati sui social.
art. originale:
Lvdvs, l’app che vuole rivoluzionare il latino (e la scuola)
per scaricare l’app: http://www.lvdvs.net/