di Salvatore Cutillo 2ª C1 –
Sabato 23 settembre i ragazzi della 2ª C1, insieme alle classi 2ªC2 e 3ªES, si sono recati al Teatro San Vittorino di Benevento per incontrare Giuseppe Costanza, l’autista del magistrato Giovanni Falcone, sopravvissuto alla strage di Capaci. Dopo il saluto del Prof. Palumbo, docente dell’Università Giustino Fortunato, il dottor Michele Martino, referente dell’associazione “Libera” di Benevento, ha ricordato Giancarlo Siani, ucciso 32 anni fa, un’altra vittima famosa della mafia. Dopo il breve saluto del Prof. Tartaglia, è iniziato il momento clou dell’incontro. L’ospite ha raccontato il suo lungo rapporto con Giovanni Falcone e ciò che ha patito dopo la strage, isolato e strumentalizzato dall’informazione. Raccontando questa sua esperienza, con un tono quasi arrabbiato, in merito ai disagi che ha dovuto tollerare dopo la sua miracolosa ‘resistenza’ al tritolo di Capaci, Costanza fa trasmesso un messaggio ai giovani forte e chiaro: bisogna lottare contro la mafia, liberare l’Italia da quel marciume radicato così profondamente che tanto fa male al nostro Paese. Ma dov’è la mafia? La mafia si stanzia dove c’è denaro, dove c’è la possibilità di arricchirsi a scapito di persone che vivono onestamente e soprattutto di chi ha paura. Bisogna, dunque, trasformare questa paura in coraggio, come quello del giudice Falcone che ha sacrificato la vita. Dopo ormai 25 anni da quel tragico evento, Costanza ha deciso di raccontare tutto in un libro, intitolato “Stato di abbandono”. Egli oggi continua a lottare per non dimenticare. La platea di ragazzi è stata toccata dal racconto e dalla riflessione promossa dall’oratore: com’è possibile che il denaro e il potere siano più importanti di cinque vite, che vengono spezzate proprio perché agiscono contro l’illegalità e il male?
Una spiegazione non c’è: il marcio che si radica nelle persone è profondo e si manifesta in avvenimenti cruenti e quasi irreali.
Eppure: la vita è un dono unico e nessuno dovrebbe sottrarlo ad altri!
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