di Mario D’Occhio, Alessia Liverini, Angelo Maio.
L’intervento del Telesi@ per il giorno delle Forze Armate e dell’Unità nazionale
La nostra partecipazione, in quanto alunni della classe 3°S3, indirizzo scientifico, dell’Istituto Telesi@, ala manifestazione in onore delle Forze Armate e dell’Unità nazionale, è stata realizzata partendo da tre quesiti fondamentali: “Perché noi?”, “Perché oggi”, “Perché in questo luogo?”.
Perché noi. La partecipazione è stata possibile in virtù di un laboratorio di progettazione che rappresenta lo sfondo integratore dell’attività didattica dell’anno scolastico in corso. Nell’ambito dei processi di innovazione che il nostro istituto promuove, i laboratori di progettazione divengono una spinta importante verso il cambiamento. La tematica che caratterizza il nostro laboratorio, “Orme… l’esigenza dell’uomo di lasciar traccia di sé”, lascia intendere l’acquisizione di consapevolezza nella relazione spaziale e umana, nonché il saper cogliere l’importanza della nostra energia creativa per costruire segni nella società e nella storia del nostro tempo.
Perché oggi. Il 4 novembre 1918, l’Italia vittoriosa vedeva sostanzialmente completarsi il processo di unificazione ma, contemporaneamente, si concludeva un drammatico scontro militare che aveva provocato molte sofferenze in uno dei più tragici scenari storici: la Prima Guerra Mondiale. Questo giorno, pertanto, è dedicato alle Forze Armate, emblema di legalità e di difesa dei diritti dell’uomo, e all’Unità nazionale, esperienza di condivisione di ideali e progetti. E’ dedicato, quindi, a tutti coloro che hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere. I segni, le orme del tempo ci hanno condotto verso queste riflessioni, con l’ impegno di decodificare quei segni e quelle orme di quanti hanno scritto pagine significative della nostra storia.
Perché in questo luogo. I luoghi non sono semplici contenitori: sono orizzonti di senso. Un luogo è sintesi degli elementi che lo caratterizzano. Nello specifico, il luogo in cui la manifestazione si è svolta, riassume una serie di elementi: la scuola, il luogo della formazione umana e culturale; il comune: simbolo di decentramento amministrativo, luogo in cui la Repubblica, una e indivisibile, incontra il cittadino; i giardini di Fausto e Iaio, vittime del terrorismo, luogo di giustizia e di eguaglianza; il monumento ai caduti, opera creata dall’ uomo allo scopo di conservare la memoria di singoli avvenimenti. Nel corso di un piacevole ed interessante incontro con l’ architetto Vincenzo Vallone, autore del monumento telesino ai caduti, abbiamo realizzato una lettura dei tratti fondamentali dell’ opera, allo scopo di vivere consapevolmente i segni che si offrono alle nostre percezioni. Ne abbiamo tratto che nel 1984, a 50 anni dall’ acquisizione dell’ autonomia amministrativa del comune di Telese Terme, si pensò di realizzare, in un parco urbano, aperto a tutti, un monumento ai caduti. Il concetto che l’ opera sviluppa è presente nei quattro volti che vicendevolmente, a coppie di due, si guardano. Guardarsi in faccia, in guerra ma anche nella società, è un concetto molto importante. L’ evoluzione delle tecniche belliche ha determinato, infatti, un costante aumento della distanza personale, fenomeno che ritroviamo anche nella società. Il disegno dei profili si ispira ad alcune strutture presenti nell’ isola di Pasqua. Il materiale con cui è stato realizzato è frutto di uno scambio: l’ ingresso del parco geo-paleontologico di Pietraroja è stato costruito con il calcestruzzo della valle, mentre il monumento dei caduti è l’ ultima realizzazione con il perlato di Pietraroja, protetto ormai da vincolo paesaggistico.
Lo studio delle orme del nostro tempo diviene oggi un dovere morale, perché è il presupposto di una rivoluzione culturale, risposta pressoché unica alle criticità dei nostri vissuti sociali, politici ed economici. Incontrarsi davanti al monumento per accarezzare la storia è il presupposto per la costruzione di reti semantiche, reti di senso, di solidarietà, di democrazia, di libertà, per l’Italia che ha bisogno di impegno e responsabilità da parte di tutti.
Il 4 novembre è stata per noi, intanto, un’ occasione di studio e di confronto, perché la libertà e la democrazia vanno difese attraverso la conoscenza. Il rischio dell’ indifferenza è forte: si chiama ignoranza e disimpegno civico!
La partecipazione alla manifestazione, alla presenza istituzionale ma soprattutto ideativa e collaborativa del Dirigente scolastico, prof.ssa Domenica Di Sorbo, e della prof.ssa Rossella Carlo, coordinatrice del laboratorio di progettazione, ha visto avvicendarsi il coro Telesi@, diretto da Marco Rosiello, gli alunni della classe 3°S3, il pianoforte di Mario Colangelo e la voce di Umberto Marcuccio.