di Ferri Ilenia – Ferri Marika – Malgieri Annachiara del Liceo Economico Sociale –
Il giorno 10 febbraio 2014 gli studenti del Liceo Economico Sociale dell’Istituto Telesi@ hanno partecipato al convegno-dibattito “Il giorno del ricordo: la tragedia delle foibe” organizzato dall’Amministrazione comunale di Solopaca, in collaborazione con le istituzioni scolastiche presenti sul territorio. Guidati dall’analisi attenta e precisa dei relatori presenti, i discenti hanno avuto modo di riflettere su una delle pagine più oscure della nostra Storia. Lo Stato italiano, con la legge n° 92 del 30 marzo 2004, promuove ufficialmente il ricordo della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, seguito alla firma del Trattato di pace di Parigi tra l’Italia e le potenze alleate. Tra il 1943 e il 1947 gli uomini di Tito invasero l’Istria, catturarono e uccisero con ferocia tutti quelli considerati fascisti o oppositori alla Repubblica socialista. Gli storici hanno stimato che le vittime siano state circa 11.000, di cui 5.000 italiani, trucidate nei campi di concentramento, fatti costruire da Tito all’interno della Jugoslavia, o fatti morire nelle foibe. Ma cos’è una foiba? Il termine “foiba” è una corruzione dialettale del latino “fovea”, che significa “fossa”; le foibe, infatti, sono voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua; possono raggiungere i 200 metri di profondità, presenti sul Carso, altipiano alle spalle di Trieste e dell’Istria. Agghiacciante è l’affermazione del prof. R. Battaglia che scrive al riguardo: “Il sottosuolo dei vasti altipiani carsici nasconde un mondo di tenebre: abissi verticali e cupi cunicoli che si perdono nel silenzio delle profondità terrestri, caverne immense, tortuose gallerie percorse da fiumane urlanti, sale incantate rivestite di cristalli, antri selvaggi che la fantasia del volgo popolò di paurose leggende”. In seguito all’annessione, nel 1947, dell’Istria alla Jugoslavia circa 350mila italiani furono costretti ad abbandonare la propria terra e a trasferirsi nelle altre regioni italiane. Per quasi cinquanta anni, un colpevole silenzio ha nascosto in Italia questa tragica vicenda che grida chiarezza e Verità e che è ben presente nella mente e nell’animo di chi la subì. E’ importante ricordare affinché certi eventi non accadano più e si ribadisca con forza che la violenza, da chiunque venga esercitata, sia ripudiata e condannata. Sarebbe un errore se nella mente di qualcuno prevalesse l’idea che la “Giornata della Memoria” sia quella contro nazisti e fascisti e il “Giorno del Ricordo” sia quello contro i comunisti, perché sono entrambe giornate in cui si respinge ogni forma di violenza contro l’umanità; la memoria serve a diffondere tra i cittadini il rispetto della persona e ad esaltare i valori della democrazia, della tolleranza e del rifiuto della “epurazione preventiva” degli oppositori.
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