di Marzio Antenucci e Giusy Montuori del Liceo Scientifico delle Scienze Applicate –
A distanza di quasi un anno dal devastante incendio che distrusse gran parte delle aree museali, Città della Scienza ha riaperto i battenti con una nuova mostra dedicata al cervello. Efficaci rappresentazioni di neuroni, modelli interattivi, reperti di musei, simulazioni e “giochi” hanno facilitato a tutti gli studenti la conoscenza delle straordinarie proprietà del nostro telencefalo.
Non è mancato un salto nel passato e la narrazione delle pratiche utilizzate per la “cura” malattie mentali (lobotomia per i disturbi comportamentali e trapanazioni per le forti emicranie) ha scosso un po’ tutti. Dalle pratiche barbariche dei secoli scorsi siamo passati alle malattie del XXI secolo: ansia, depressione, dipendenza da sostanze psicotrope.
Abbiamo anche scoperto che il cervello, nonostante la sua complessità, può essere ingannato da semplici illusioni ottiche. Se qualcuno ha avuto la sensazione di sognare il futuro, dopo questa esperienza possiamo affermare senza ombra di dubbio che ha solo incrociato i suoi vari ricordi, presenti, passati oppure solo immaginati.
Le classi IV T2, III T2, III T1, II T2 e III C2 hanno accettato la sfida di decifrare i misteri della galassia che teniamo racchiusa nella scatola cranica (a tal proposito ricordiamo che possediamo tanti neuroni, quante stelle ci sono nella Via Lattea), e che gli scienziati hanno definito la cosa più complessa che esista nell’universo.
La mostra, “compressa” negli ex uffici amministrativi di Città della Scienza, è riuscita ad essere ugualmente efficace ed affascinante, quasi quanto il nostro cervello contenuto in una scatola cranica.
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