“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno…” Così comincia il capolavoro poetico “I Promessi sposi” di Alessandro Manzoni, pietra miliare del romanzo storico dell’Ottocento italiano.
La vicenda si svolge in Lombardia tra il 1628 e il 1630, al tempo della dominazione spagnola. Renzo e Lucia vogliono sposarsi, ma il parroco, don Abbondio, cede alle minacce dei bravi inviati da Don Rodrigo, un signorotto locale che non vuole che il matrimonio venga celebrato, a causa della sua ossessione per la giovane ragazza. Le sue macchinazioni costringono sia Lucia che Renzo – giovani di umili condizioni che vivono da sempre in un paesino sul lago di Como – ad abbandonare la terra natia. Questo dà il via a un concatenarsi di vicende che sconvolgono completamente la vita dei protagonisti…
Nel romanzo vengono sottolineati temi che ricorrono ancora oggi e la sua modernità viene utilizzata per presentare un contesto storico e sociale che riprende, immutate, le problematiche dell’essere: l’amore, il potere, la guerra, il dolore, la giustizia, la fede e infine celebrare il trionfo della vita. La fede di Lucia, il coraggio di fra Cristoforo, la grandezza dell’Innominato, la genuinità di Renzo.
I Promessi sposi esibiscono una galleria di caratteri e tipi umani, esplorando un processo di maturazione attraverso l’amore, la sofferenza, lo scontro con l’autorità, il viaggio.
Ed è proprio da qui che i ragazzi della 2aT2 e 2aT3, guidati dalle professoresse Anna Cinzia Lettieri e Concetta D’Ambrosa, sono partiti per approfondire lo studio di questo romanzo, assistendo allo spettacolo teatrale “I Promessi sposi”, tenutosi presso il cinema-teatro Modernissimo di Telese Terme.
La compagnia “La Mansarda” ha messo in scena, con un linguaggio accessibile a noi ragazzi, una suggestiva rappresentazione di una vicenda senza tempo, che ha suggerito spunti e suggestioni vicini alla nostra sensibilità, attraverso un’accurata operazione di selezione delle parti più significative del romanzo.
Ai toni drammatici che hanno caratterizzato le vicende della monaca di Monza, dell’Innominato, di fra’ Cristoforo, si è affiancata la comicità legata a personaggi più buffi e meno tormentati: don Abbondio, Perpetua, Azzecca-Garbugli. Uno spettacolo, dunque, intenso ed emozionante, arricchito da canzoni originali, un modo efficace per noi giovani di affrontare, e forse scoprire, un capolavoro della letteratura in maniera diretta e coinvolgente, come solo il teatro sa fare.