di Giuseppe Viscusi –
Mercoledì 5 febbraio noi alunni della classe III S1 ci siamo recati a Napoli per una visita alla città. Partendo da Piazza Dante e attraversando gran parte del centro storico abbiamo potuto osservare la stratificazione culturale della città che conserva splendide manifestazioni della sua storia millenaria. E’ stato interessante osservare la compenetrazione degli stili architettonici, testimonianza delle diverse fasi dell’espansione della città. Abbiamo infatti ripercorso la vecchia rete stradale greca-romana, caratterizzata dall’impianto ortogonale delle strade, secondo il sistema ippodameo, ancora ben individuabile all’interno delle vecchie mura megalitiche ( di cui rimangono testimonianze presso Piazza Bellini) osservando come edifici medievali e quelli di epoche successive fossero sorti sull’impianto classico.
Un altro esempio di incontro tra mondo moderno e classico è offerto dal Tempio di Castore e Polluce, sulle cui rovine è nata una Basilica, dedicata al culto dei Santi Pietro e Paolo, scelta per niente casuale ma tipica del cristianesimo dei primi secoli (sostituendo il culto di due Dioscuri a quello di due Santi si rendeva il passaggio dal paganesimo a al cristianesimo meno brusco).
E’ stata l’osservazione degli esempi più tipicamente medievali che ha maggiormente colto la nostra attenzione e che è stata il motivo principale della visita. Abbiamo avuto modo di osservare testimonianze di eventi cruciali per il nostro programma di studi, come il complesso di San Pietro a Majella. Questo comprende uno splendido chiostro, che ora ospita il conservatorio regio, e la Basilica, sede dell’ordine dei Celestini. Quest’importante testimonianza ci ha dato modo di approfondire il capitolo del breve papato di Celestino V e del rapporto che egli ebbe con i sovrani angioini, che ha influenzato notevolmente la produzione letteraria dell’epoca: da Jacopone a Dante. Abbiamo poi, ripercorso la strada fatta da Andreuccio da Perugia, protagonista della quinta novella della seconda giornata del Decameron, fino al Duomo non lontano dalla zona che venne frequentata da Boccaccio durante il suo soggiorno napoletano.
E’ stata proprio l’attenta osservazione degli elementi costruttivi tipici dell’architettura gotica italiana che caratterizza, oltre gli esempi appena citati, anche la splendida Basilica di San Lorenzo, il cuore della lezione sul campo.
Tale osservazione ci ha fatto ben capire l’universalità del sapere e delle scienze del Medioevo. Le colonne slanciate e gli archi ogivali, l’armonia compositiva degli elementi architettonici sono rappresentazioni plastiche della volontà dell’intellettuale medievale di ascendere verso Dio, topos tipico della letteratura. E’ proprio questo che ci ha permesso di capire come i temi tipici della produzione letteraria fossero centrali nelle mentalità dell’epoca e fossero riproposti in ogni rappresentazione artistica. Inoltre, la commistione tra l’elemento strutturale e la simbologia religiosa, così intima da risultare spesso indissolubile, ben rappresenta la subordinazione alla teologia di tutte le altre scienze.
Ultima tappa della visita è stato il Maschio Angioino, ricostruito dagli Aragonesi, presenta i tratti tipici delle fortezze di fine Medioevo, con massicce torri a base circolare che meglio resistevano ai colpi dell’artiglieria che si andava affermando in quegli anni. L’Arco Trionfale, dal quale si accede al cortile interno del mastio, presenta la narrazione di un’entrata trionfale degli Aragonesi a Napoli che, in realtà, non avvenne mai dato che l’esercito spagnolo conquistò la città servendosi delle rete fognaria. Infine, nella famosa Sala dei Baroni, ora sede del Consiglio comunale, abbiamo esaminato una riproduzione della Tavola Strozzi, raffigurante l’intera città del XV sec che ci ha dato modo di ricostruire l’intero percorso fatto.
Tornando verso la fermata dell’autobus con la metropolitana abbiamo inoltre ammirato la Stazione Toledo, famosa per essere stata dichiarata dal quotidiano ” The Daily Telegraph” la stazione della metropolitana più bella d’Europa.
L’osservazione di queste grandi opere d’arte, che vanno dall’epoca greca ai giorni d’oggi, ci ha dato modo di capire quanto sia stato complesso il processo di formazione della città, che ha vissuto periodi alterni di splendore e decadenza, ma che comunque è stata per secoli la capitale dal più importante regno dell’Italia Meridionale.
Per concludere, un ringraziamento speciale da parte di tutta la classe va alla Preside, la prof. Domenica di Sorbo, che ha reso possibile effettuare questa lezione sul campo e alla Prof. Maria Cristina Ruggiero che con professionalità e passione è stata organizzatrice e instancabile guida dell’intero percorso.