di E.Mattei Mattei e V.Urbano 4ªS2 –
Mercoledì 8 febbraio, alle ore 18.30, la Fondazione Gerardino Romano di Telese Terme, ha accolto Graziana Brescia, professore associato di “Lingua e Letteratura Latina” presso il “Dipartimento di Studi Umanistici” dell’Università degli Studi di Foggia. All’incontro, coordinato dal prof. Felice Casucci, si è parlato di Il fascino di Didone, regina dai due volti.
Partendo dall’Eneide virgiliana la professoressa Brescia ha avviato un confronto tra i due volti della regina di Cartagine che rispecchiano due tradizioni destinate a procedere su binari paralleli: la tradizione autoctona , la “versione originale” di tradizione fenicia, che celebra la fondatrice della città come figura esemplare di castità e fedeltà coniugale , foemina e vedova univira, che da Elissa diventa Deidò, ovvero una virago, la donna dalla forza virile che antepone la sua castità e fedeltà assoluta alla ragion di stato che la vorrebbe sposa del vicino Iarba e la fabula virgiliana della donna innamorata e abbandonata, la infelix Dido, fragile e dolente creatura destinata ad esercitare il suo potere di fascinazione e a fissarsi nell’immaginario di un’intera cultura. Nei labirinti del tempo e della storia ci sono stati uomini, generi letterari, idee e sentimenti che si sono riconosciuti, ora nell’una ora nell’altra ‘variante’ del mito della regina fondatrice di Cartagine, ma dopo Virgilio non ci sarà poeta, scrittore, artista che possa fare a meno di confrontarsi, anche solo per contestarne la veridicità, con la fabula d’amore di Enea e Didone.
Il topos letterario della donna abbandonata, di cui Didone fa parte, ha viaggiato nella letteratura fino ad Ungaretti in età moderna. Dalla Medea di Euripide e Apollonio Rodio (che ne descrive la giovinezza e l’ingenuità) fino all’Arianna di Catullo del carme LXIV e alla Didone virgiliana e a quella ovidiana della VII epistola, a tutti gli effetti più donna che regina.
La professoressa Brescia ha analizzato i precedenti letterari certo noti a Virgilio che pure egli ha ben presenti ancora nella presentazione dei due personaggi nel primo libro dell’Eneide . Poi nel IV libro l’immagine “diverge” ; nel poema il piano divino interferisce con il piano umano e Venere e Giunone si alleano per far fermare Enea in Africa. L’amore, un vero furor scoppia tra i due e la Fama racconta a Cartagine come la regina abbia perso il suo Pudor e chiami sposo il suo amante. “Adgnosco veteris vestigia flammae” dirà la regina, operando, afferma la Brescia, una sorta di transfert con il defunto marito e creandosi una giustificazione per i sentimenti che non può impedirsi di provare. Ma la missione propria di un eroe dell’epos costringe Enea a cancellare desideri e sentimenti e a preparare, tacitus, la partenza verso l’Italia.
A segnalare la crisi della relazione amorosa tra la regina di Cartagine e l’eroe troiano, prevedendone la tragica conclusione, è l’impossibilità di attivare una comunicazione fondata sulla condivisione dello stesso codice: Didone ed Enea, uomo e donna, parlano lingue diverse, epica ed elegiaca, suggellando l’inconciliabilità tra l’orizzonte epico e le ‘ragioni’ dell’amore. Mentre Didone urla la sua collera in un profluvio di parole, Enea non la guarda nemmeno, ma immobile tiene gli occhi verso gli iussa deum e successivamente gela l’infelice donna con le verità del proprio cuore e dell’ incarico inderogabile e indiscutibile affidatogli dal Fato.
Interessante l’interpretazione della figura di Anna soror, la sorella di Didone, sua confidente, unanima, come dice Virgilio. Solo a lei, praticamente il suo alter idem, Didone può confessare la violenta passione che l’ha scossa alla vista di Enea e che farà vacillare la sua incrollabile fedeltà alle ceneri di Sicheo: la regina dalla forza virile può confessare solo a se stessa l’amore che distruggerà la sua vita e riporterà la fabula virgiliana sui giusti binari del canto epico dei destini di Roma. Didone non può parlare con altri che se stessa, tanto meno con Enea con cui i piani di comunicazione sono del tutto “sfalsati”, per riprendere un concetto dei Frammenti di un discorso amoroso di R.Barthes.