di Nathalie Fiorillo –
In seguito alla rappresentazione teatrale “Le Fenicie” al cinema Modernissimo di Telese Terme, i ragazzi del laboratorio Laltro Teatro sono partiti alla volta della Sicilia, terra d’arte e punto nevralgico di cultura dell’Italia intera: lì si è tenuta la XXIII edizione del Festival Internazionale del Teatro Classico dei giovani, organizzato dall’INDA, a cui gli studenti del Telesi@ hanno avuto la fortuna di partecipare.
Il filo conduttore degli spettacoli di quest’anno è stato il rapporto tra il teatro e la città. Le due tragedie “I sette contro Tebe” di Eschilo e “Le Fenicie” di Euripide, proposte al teatro antico di Siracusa, hanno messo a nudo gli aspetti più crudi e violenti della società di ieri, come di oggi: la bramosia di potere, la guerra, il male che si cela dietro ogni azione d’interesse politico, il denaro, l’orgoglio. È stato possibile rivedere nella spada di Eteocle tutto il sangue versato ogni qual volta il potere ha dimenticato di affiancarsi all’umanità, una volta a Tebe, oggi in tutte quelle città dove la paura del terrorismo diventa merce da vendere per i potenti per meri interessi politici. “Tebe diventa la metafora della difesa di una città contro le degenerazioni del potere”, una difesa simboleggiata da due donne: Antigone che, con la sua fede e le leggi della natura alla base dell’amore fraterno, fa da contrappunto alle ingiuste leggi della città, e Giocasta che riesce a mantenere il suo ruolo di sovrana,anche quando la maledizione di edipo si abbatte su di lei e i suoi figli.
Il teatro di Siracusa diventa così come un luogo sacro, un campo dove i mali avvengono e finiscono senza spargersi per le vie della città: un luogo privo di grandi scenografie con solo un grande albero, simbolo di sacralità, in mezzo alla scena e il legno bianco candido del palcoscenico, che sostituendo la pesantezza del marmo, dà aria e spazio a temi di grande importanza.
Recitare al Teatro di Palazzolo Acreide “Le Fenicie” è un’esperienza difficile da descrivere: noi ragazzi non eravamo questa volta spettatori di vicende estranee al nostro mondo di adolescenti, ma tutti i nostri sensi erano coinvolti nella rappresentazione. Abbiamo toccato con mani e piedi il caldo del palcoscenico la mattina, sentito l’odore del verde in cui la cavea era posizionata, ascoltato il rumore degli applausi e dei silenzi, che permettevano alle parole di fissarsi bene nello spazio e nel tempo. La tragedia di Antigone e dei suoi fratelli, del povero Creonte che ha perso un figlio, ha perso di astrattezza ed ha mostrato tutti i frutti di un duro lavoro durato un intero anno scolastico. La tragedia si è macchiata di modernità, con il coro delle giovani Fenicie, frivole spettatrici di fronte le disavventure della casa di Edipo, e ha lasciato l’amaro in bocca a tutti coloro che hanno sentito il triste lamento di Antigone, in ginocchio davanti ai cadaveri dei fratelli. La brutale sincerità con cui ciascuno dei ragazzi ha rappresentato il proprio personaggio è l’aspetto più importante forse di questo percorso di formazione: risultare veri, rappresentando una madre distrutta dalla perdita dei figli, impersonarsi in un esule, in un uomo che torna distrutto dalla guerra, a 16-17 anni non è una cosa semplice o scontata. Significa che ci sono stati trasmessi dei valori, delle verità, delle passioni che non potevano essere apprese tra le asettiche pagine di un libro di greco o di latino: la cultura è fatta di esperienze ed è questo che ci rende uomini e parte di qualcosa di davvero meraviglioso, la comunità. Andare in Sicilia ci ha ricordato l’importanza nella vita di essere parte di qualcosa e di assumersi la responsabilità di portare con sé il ricordo, perché abbiamo il dovere di diffondere l’immensità della cultura che si cela dietro le tragiche parole di uno spettacolo teatrale.
IIS Telesi@ – Le Fenicie from Mario DelPrete on Vimeo.
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“Le Fenicie” al cinema Modernissimo di Telese >>
IIS Telesi@ – Spettacolo del 31 maggio 2017 from Mario DelPrete on Vimeo.