a cura della 3ª L1 – Liceo Linguistico –
La comunicazione non riguarda esclusivamente le parole, i gesti, ma anche le immagini. Grazie ad esse riusciamo a vedere utilizzando la nostra mente, forse ancor prima dei nostri occhi. E’ quello che è accaduto a noi in questi giorni di DaD con l’opera contemporanea, concettuale e minimalista, “El Castillo” (2007), dell’artista messicano Jorge Méndez Blake, più comunemente nota col titolo di “L’impatto del libro”. Pur non essendoci stata fornita inizialmente alcuna informazione su di essa, siamo riusciti a descrivere le nostre sensazioni nella visione della sola immagine, affidandoci alla percezione dei nostri occhi e della nostra mente. Così è nato un confronto sui concetti emersi da tale ‘esercizio’ ed è stato interessante notare come questo insolito modo di fare letteratura sia risultato molto utile a stimolare la nostra capacità di osservazione e il nostro senso critico. Siamo partiti da un’immagine per arrivare a dei concetti. Abbiamo parlato di ignoranza, di barriere, di conoscenza, di società, di cultura, di verità…
Ecco il nostro ‘collage’ di pensieri, interpretazioni, sensazioni dopo aver visto l’immagine relativa all’opera “El Castillo” di J. Méndez Blake, ispirata all’omonimo romanzo kafkiano:
“Un muro che sta per essere distrutto da un piccolo e semplice libro. Il muro rappresenta una mente chiusa, che non dà spazio alla libertà di pensiero. Essa può essere ‘abbattuta’ dalla cultura, dalla conoscenza che è racchiusa nella figura del libro.”
“Il libro sta sorreggendo un muro fatto di mattoni. Esso rispecchia l’istruzione, schiacciata da una moltitudine di sciocchezze.”
“Un muro deformato da un libro posto alla base. Ciò vuol significare che la lettura e il pensiero possono abbattere ogni frontiera umana, ogni stereotipo.”
“Un muro instabile, costituito da tanti mattoni. Essi, soprattutto quelli più in alto, rappresentano i cambiamenti che sconvolgono la vita. Anche se temporanei, ci dimostrano che niente poi può ritornare alla normalità o comunque alla situazione precedente. Si intravede qui il motto filosofico “Panta rei”: tutto scorre e niente resta fermo com’è.”
“Grazie al potere di un solo libro, il muro cambia. Anche una piccola cosa può provocare un grande cambiamento: una metafora della vita.”
“Il muro rappresenta la situazione attuale, cioè la mancanza di libertà, un ostacolo da superare per poter ritornare alla felicità. Il libro che è alla base rappresenta il mezzo per scavalcare il muro. La cultura è proprio quel mezzo, poiché ci rende liberi.”
“Il muro è la barriera che ci blocca, come nella condizione attuale; il libro ci permette, invece, di viaggiare con l’immaginazione e di vivere altre mille vite.”
“Il muro è la società, con le sue abitudini, le sue tradizioni; il libro è la conoscenza, l’elasticità della mente, che solo aprendosi al mondo, può rompere quel muro che divide tutti gli esseri umani.”
“Un piccolo movimento può provocare una grande reazione. Un libro, cioè la cultura, è così importante da far traballare un muro di tanti mattoni.”
“La cultura ci rende più forti, non facilmente ‘abbattibili’ dinanzi alle ingiustizie.”
“Il libro riesce a rompere l’equilibrio dei mattoni, che rappresentano la ‘chiusura’ della società di oggi.”
“Un muro di tanti mattoni cadrà a causa di un piccolo libro. Il potere della cultura è proprio questo: abbattere il muro dell’ignoranza.”
“La lettura ci cambia, ci arricchisce dentro. Il muro è reso imperfetto da un libro così piccolo, ma così importante.”
“Una piccola cosa può stravolgere tutto; il libro simboleggia la conoscenza che abbatte l’ignoranza.”
L’artista messicano intende trasmettere tale messaggio: “IL LIBRO E’ L’ANTAGONISTA DEL MURO; LA CULTURA PUO’ ABBATTERE LA BARRIERA DELL’IGNORANZA”.
E voi, invece, a cosa pensate osservando la sua opera?
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