di Carla Alaadik, 4ªC1 –
La competizione di oggi ha decretato un unico vincitore: lo sport, che ci ha permesso di vivere una mattina indimenticabile. Nonostante le mascherine ed il distanziamento, le gambe hanno corso più veloci delle nostre paure e, per una volta, abbiamo concesso alla mente di accordarsi al battito del nostro cuore, il diapason migliore.
La bellezza del Parco del Grassano ha giocato un ruolo fondamentale, ci ha donato lo spazio necessario per distanziarci, ma facendoci sempre sentire parte della natura, che è stata veramente vicina a tutti, nessuno escluso. Non c’è stato raggio riflesso dall’acqua che sia passato inosservato; la terra ha cercato il nostro contatto e noi glielo abbiamo concesso, immergendoci nel fango, facendoci solleticare i polpacci e le caviglie dai ciuffi d’erba ribelli.
Dopo l’applauso commosso a Marco Cascone, c’è stato il colpo di inizio e siamo partiti, ma il vero Start è stato ai primi 500 metri, quando abbiamo potuto togliere la mascherina, e finalmente sentire l’aria. Non avevamo più scusanti, il fiato era libero e le gambe più veloci, questo era il nostro “unlockdown”.
Il COVID però non ha mai fermato noi studenti ed ex studenti del Telesi@, perché, nonostante la distanza, i nostri professori, con decreti e smartphone alla mano, ci hanno sempre spinto a correre e ad allenarci, senza mai fermarci, non facendoci rinunciare a questa preziosa sensazione di libertà.
Il Telesia Running Team ed il nostro istituto Telesi@ sono riusciti a donarci ancora una volta tantissime emozioni con la Telesi@ Cross Country Race. L’assenza del pubblico e della preside Di Sorbo, che ha inaugurato la prima edizione, è stata calorosamente compensata dall’intenso supporto della nostra vicepreside, la professoressa Giardino, dall’Amministrazione Comunale, dai membri dello Staff, a cui va il nostro più sentito Grazie, insieme ai nostri indispensabili Sponsor e soprattutto agli organizzatori e ai volontari.
Un ringraziamento diverso, sempre istituzionale, ma soprattutto affettuoso, è agli impareggiabili e instancabili docenti: la Professoressa Priolo e la Professoressa Iannotti, il Professor Rotondo con il dono della parola giusta al momento giusto, e la professoressa Pontillo, a scandire le tappe con il suo grande sorriso di ristoro.
Infine sento il bisogno di dire grazie al mio papà, che in questi mesi ha dovuto adattare i suoi tempi di corsa e di lavoro ai miei allenamenti. Questo Finish, a braccia e sorriso al vento, lo dedico a lui.
L’arrivo chiude i cerchi magici della corsa.
Quel pettorale, che poche ore prima hai indossato in un rituale di ansia e di adrenalina, ora si infrange e taglia il nastro. Più che correre sembra di volare.
È vero, poco dopo il mondo si è ricomposto, abbiamo sfilato la mascherina dal braccio per rimetterla sul viso, ma va bene anche così: dobbiamo resistere, per correre ancora.
Lo sport ci rende felici, e oggi “ci abbiamo (ri)fatto caso”.
Rassegna stampa