La nostra prima esperienza di Peer to Peer
a cura di Alessia Riccitelli 3ªC1 –
L’anno scolastico è appena iniziato e dopo l’avventura della DaD, che ha riempito le nostre giornate ormai da quasi 2 anni, non potevamo essere più felici e contenti per l’attesissimo rientro in presenza.
Ci era mancato il contatto diretto con gli insegnanti, le svariate occasioni di conoscere nuove persone, di viaggiare che purtroppo non abbiamo potuto vivere come ci aspettavamo, ma nonostante ciò non demordiamo e siamo speranzosi che questo rientro possa essere in realtà un continuare in presenza per tutto l’anno.
Forse sarà stata la lontananza, la mancata normalità che come un’anima dantesca vagava tra i corridoi del nostro istituto, a farci ripartire così carichi, pronti ad ogni entusiasmante sfida che i nostri docenti ci proporranno.
E proprio a tal proposito qualche giorno fa abbiamo vissuto una bellissima esperienza, nata quasi per gioco dalla mente della nostra docente, la prof Lanni, la quale tra una riflessione e l’altra ci ha proposto di “fare da tutor ai ragazzi di prima”.
Ecco, queste sono state le sue esatte parole che dopo un momento di sorpresa e confusione, letta nei nostri occhi, ci sono state spiegate con calma e chiarezza e la sua proposta è stata accolta con entusiasmo.
Non vi nascondiamo che c’era molta emozione perché è stato come se in pochi secondi fossimo tornati indietro con il tempo a ben tre anni fa, quando anche noi eravamo all’inizio del nostro viaggio.
È stata un’ottima occasione per poter conoscere i ragazzi e le ragazze della classe 1ªC1, per poterli accogliere e dare loro il benvenuto in maniera alternativa.
Infatti in questo modo ci siamo avvicinati di più a loro e anche alla disciplina, il greco, che da secoli costituisce il punto dolente del liceo classico.
Ci ha fatto molto piacere sentire i loro pareri positivi e soprattutto l’allegria con cui ne hanno parlato.
Semplicità e chiarezza, così i ragazzi hanno descritto il nostro piccolo e modesto intervento e questo sicuramente ci spronerà a migliorare ed impegnarci sempre di più e far sì che questa esperienza possa trasformarsi in un metodo ”diverso” di acquisire nozioni.
Momenti del genere ci danno la possibilità, oltre che di riprendere in mano concetti affrontati gli scorsi anni, di metterci nei panni del docente e di “insegnare” ai nostri coetanei gli argomenti con un linguaggio più vicino a quello parlato, con maggiore semplicità e chiarezza in modo tale che non si instauri un rapporto docente- ragazzo ma da ragazzo a ragazzo, così si avrà meno timore e vergogna nel fare domande, nell’essere partecipi durante la lezione e perché no essere gli autori di altri spunti di riflessione.