Ascoltami fino in fondo
A cura degli studenti e delle studentesse della classe 4ªS2 –
La tradizione ecclesiastica tramanda da secoli i concetti di unione, comunione, collaborazione: un bisogno impellente di relazione che traspare con evidenza nel processo sinodale convocato da Papa Francesco per il biennio 2021-2023. “Sinodo”, dalla parola greca ‘σύνοδος’ composta dalla preposizione “con” (σύν) e dal sostantivo “via” (ὁδό), indica il cammino fatto insieme dal Popolo di Dio, un percorso di comune ascolto e di discernimento da parte della Chiesa Cattolica. Chiesa che si sveste temporaneamente della sua funzione dottrinale e che si mostra desiderosa di compiere un passo di apertura verso l’analisi collettiva di tematiche che necessitano di approfondimento.
Come ha ribadito la Dirigente Scolastica Prof.ssa Angela Maria Pelosi, condividendo la mirabile intenzione dell’istituzione ecclesiastica: il cammino sinodale non può lasciare ai margini i più giovani. In un momento storico delicato e bramoso di dialogo, Ella ha accolto nell’inclusiva comunità del suo istituto il Vescovo Mons. Giuseppe Mazzafaro e il Parroco di Telese Terme Don Giammaria Cipollone, Direttore della Pastorale giovanile diocesana, concretizzando quell’esigenza di reciproco ascolto sentita intensamente dall’IIS Telesi@ e dalla Diocesi di Cerreto- Telese- Sant’Agata de’ Goti.
Si apre il sipario e, trasportati dal connubio di voce e pianoforte della studentessa Giada Rotondo, si dà inizio ad una giornata speciale con l’introduzione a cura degli studenti della 4ªS2.
L’incontro si è sviluppato come uno spontaneo circle time in cui studenti rappresentanti dei vari indirizzi e delle classi coinvolte nel percorso sinodale (4ªL1, 4ªS2, 4ªC2, 5ªSA1,2ªES1, 5ªP1), hanno avuto modo di testimoniare la loro personale esperienza di chiesa e di farsi portavoce delle riflessioni maturate nelle aule senza alcun tipo di pressione. Interessante e suggestiva la modalità di condivisione delle molteplici idee con un quoting attivo e sempre attuale delle due autorità ecclesiastiche per fronteggiare e, al contempo, sollecitare la grande sete di curiosità degli studenti. Un continuo botta e risposta, come un’accesa partita di tennis, in cui tutti i protagonisti hanno dovuto sfoderare i loro colpi migliori. Domande acute e profonde quelle degli studenti, prova della loro apertura al confronto, che hanno dato vita a risposte libere da preconcetti.
Il Vescovo e il giovane Sacerdote di Telese hanno da subito precisato di non avere intenzione di ricorrere a soluzioni dogmatiche, a “ricette”, per usare le loro parole, nel tentativo di rispondere alle perplessità emerse. Con atteggiamento paterno, sono stati in grado di colmare il debito di ascolto da parte dei giovani, il loro allontanamento dalla funzione religiosa in età adolescenziale, il loro non sentirsi compresi… e di accettare la necessità di una religiosità più intensa e più profonda, basata sui valori del cristianesimo oggi indispensabili più che mai. Il fatto che il messaggio sia stato recepito lo testimonia il loro tentativo di far conoscere una chiesa che non è solo dottrina o rituale, che non è scandalo ma puro amore e apertura verso il prossimo.
Non sorprende che sia stato centrale il più importante Comandamento dato da Gesù ai suoi discepoli: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Mons. Giuseppe Mazzafaro ha raccontato la sua esperienza di vita prima in quanto uomo laico e poi in quanto ministro di culto per far sentire maggiormente la sua vicinanza agli adolescenti. Non è sempre stato vicino alla Chiesa. Egli stesso ha affermato di non capirne la funzione, l’importanza, l’attualità finché non ha conosciuto la Chiesa che ha deciso di rappresentare.
Troppe volte i giovani si sono sentiti esclusi dalle prerogative del mondo degli adulti perché ritenuti ancora immaturi nelle decisioni, sottomessi a quella incolmabile distanza generazionale. Quest’incontro è stato per noi contemporaneamente un abbraccio caloroso, tenero e una sirena che, con un suono sulla falsa riga di una campanella, ci ha scossi da quel torpore mattutino.
Sentirsi ascoltati, compresi, coinvolti è un desiderio che a volte sembra risultare inappagabile. Nonostante ciò, gli studenti che hanno partecipato all’incontro hanno portato alla luce i loro sentimenti di serenità e di stupore nel trovarsi coinvolti in un dialogo promettente come non mai. Tutto è stato reso più magico dal fatto che è stata proprio un’istituzione millenaria quale la Chiesa a venirci incontro.
Tirando le somme, cosa ha lasciato nei nostri cuori questa giornata?
È inevitabile che il dialogo presupponga saper ascoltare ma, prima di tutto, comporta il sapersi ascoltare. Non abbiamo rimpianti. Sentiamo di aver sfruttato al meglio l’opportunità concessa, mettendo a nudo le nostre idee senza filtri.
Chiesa e Scuola hanno messo da parte la formalità e, abbattendo le barriere istituzionali, hanno camminato insieme sulla strada indicata dai principi sinodali. Costituendo un lodevole esempio di unione, hanno dato a tutti noi una lezione. Una lezione di vita.