Classe 4ªL1 del Liceo Linguistico –
La nostra classe quest’anno può contare su un nuovo studente, si chiama Clément Gilbert Daniel e viene da Villefranche-sur-Saône.
Con il nostro compagno francese condividiamo le lezioni, il tempo libero e la ricerca di luoghi che ci accolgano, appaganti nella ricchezza delle loro testimonianze, familiari e, al tempo stesso, ricchi di mistero.
A tal fine, insieme ai nostri docenti, abbiamo progettato itinerari che permettano a Clément di cogliere l’identità del Sannio, della Campania e dell’Italia; un’identità che gli si presenti, in primo luogo, come stratificazione complessa di esperienze, sedimentata nel paesaggio e nelle testimonianze artistiche, nella qualità delle relazioni umane e persino nelle atmosfere che avvolgono le cose.
Il 28 settembre scorso abbiamo dato avvio al nostro progetto, mostrando a Clément una piccola parte del patrimonio artistico di Benevento. Il nostro è stato un breve excursus, uno spiraglio sull’orizzonte ampio di una storia artistica beneventana che si è intrecciata, fin dagli esordi, con culture, popoli e tradizioni diversissime. Il riflesso di questa ricchezza di rimandi e di eredità è visibile dappertutto, effetto di una felice posizione strategica che ha reso la città, nel corso dei secoli, crociera fra il Tirreno e l’Adriatico, centro commerciale e culturale internazionale di primaria importanza.
L’imperatore Adriano aveva dotato la città di un teatro capace di ospitare quindicimila spettatori e noi l’abbiamo scelto come punto di partenza del nostro tour, in quanto sito ben conservato, quasi un museo a cielo aperto, con le sue arcate, i capitelli tuscanici, la grandiosa cavea, i resti delle porte monumentali della scena…
Soffermandoci ad ammirare l’Arco di Traiano, imponente sotto il cielo nuvoloso di inizio autunno, riccamente decorato dai suoi bassorilievi e dai fregi realizzati ad altissimo rilievo, abbiamo ricostruito per Clément un capitolo della storia romana di Età imperiale, immortalato nel carattere ufficiale di quest’opera pubblica commessa da Traiano. Un’arte di Stato al servizio della propaganda politica, nella quale il decor e l’utilitas si fondono a celebrare l’optimus princeps che garantisce la pace e la prosperità mediante l’apertura della Via Traiana e l’istituzione della Tavola degli alimenta, ma anche attraverso l’assoggettamento militare dei Daci. Non abbiamo cercato la paternità artistica dell’opera, consapevoli che nei monumenti figurati è l’iscrizione dedicatoria dell’imperatore che parla ai posteri, perché ogni altro contributo resta avvolto dall’anonimato, ulteriore segno della violenza e della forza coercitiva del potere politico.
Nel nostro percorso, abbiamo assecondato il bisogno di un’esperienza estetica appagante e ci siamo lasciati suggestionare ancora una volta dalle originali e innovative soluzioni architettoniche della basilica di Santa Sofia, dai brani pittorici presenti nelle absidi minori, con la loro espressività realistica, eredità della cultura figurativa siro – palestinese e, nello stesso tempo, primo esordio della pittura cosiddetta beneventana. Il nostro docente di Storia dell’Arte, rifacendosi alle fonti, ci ha ricordato che altrettanto ardito fu il progetto politico che portò alla costruzione della Basilica: il duca longobardo Arechi II, nel 758, anno della sua elezione, si affidò alla sapienza divina e avviò la costruzione del Santuario per sé, per la sua gens, per la salvezza della patria comune e della stessa memoria dei Longobardi del Meridione. Un commovente e riuscito sforzo di trasmettere alle generazioni future lo splendore della Langobardia Minor, evidente anche nella scrittura e nella notazione musicale beneventana.
Gli eventi che posero fine alla stagione longobarda ci vengono narrati presso la Rocca dei Rettori, che abbiamo visitato con l’ausilio di una guida. Il complesso architettonico si è costituito gradualmente, attraverso numerose trasformazioni che si sono succedute nel corso del tempo. I Sanniti avevano già realizzato un terrapieno nell’area in cui i Romani costruirono un serbatoio idrico e i Longobardi edificarono il castrum originario, l’attuale Torrione angolare, risultato, quest’ultimo, di un’opera di consolidamento del XV secolo. Intanto la costruzione aveva assunto l’aspetto di un palazzo fortificato e, nel 1321, Giovanni XXII ordinò il restauro del castrum e del palatium, destinando l’edificio a sede del Rettore, il governatore che rappresentava l’autorità civile, in quanto delegato e vicario del papa. La cinta muraria fu protetta dai fossati e da tre ponti levatoi e si estese ad inglobare Porta Somma, la porta orientale della città, spostata rispetto alla collocazione originaria.
Occorre ricordare che nel 1051, un primo atto formale aveva sancito ufficialmente l’inserimento della città nell’orbita dello Stato Pontificio. Gli ultimi principi longobardi, infatti, di fronte alle vittorie normanne nel Sud Italia, non erano riusciti ad impedire che la città si dividesse in fazioni, con il prevalere di quella pontificia. I papi riconobbero le conquiste dei Normanni nel Meridione d’Italia e, a loro volta, riuscirono a cancellare ogni autonomia governativa della città di Benevento. Nel 1077 avvenne il trasferimento delle competenze e delle giurisdizioni dall’ambito civile a quello religioso e la Curia beneventana acquisì tutti i beni pubblici appartenuti ai principi.
Il domino papale sarebbe durato fino al 1860, interrotto solo per brevi intervalli di tempo. La Rocca, a sua volta, avrebbe cambiato più volte la propria destinazione, fino a diventare un importante polo museale e ad ospitare la sezione permanente di Storia del Risorgimento: significativo riconoscimento della lotta condotta dai liberali unitari beneventani, la cui azione rivoluzionaria fu indispensabile, perché, come affermò allora lo storico Enrico Isernia, «le leggi pontificie non erano eque e non assecondavano il progresso dei tempi e l’uguaglianza civile dei cittadini era violata dai privilegi del clero, per cui la giurisprudenza soffocava la logica, il raziocinio e il buon senso».
«J’ai passé une très belle journée avec ma nouvelle classe. Une journée intéressante et enrichissante. Merci pour cette première sortie scolaire ensemble!» – Clément Gilbert Daniel, 28 settembre 2022.