di Brigida Ciaglia –
Martedì 15 Novembre, al Cinema Teatro Modernissimo di Telese Terme si è tenuta una conferenza sul tema del bullismo e cyberbullismo, organizzata dall’IIS Telesi@ capofila della rete di scopo Bullyingstop. La relatrice, senatrice Elena Ferrara, membro del Partito Democratico, ha concluso due sedute dedicate a questi temi molto attuali, che hanno infatti suscitato un acceso dibattito tra i partecipanti. Lo spunto iniziale è stato fornito dalla senatrice, che ha raccontato la toccante storia di Carolina Picchio, studentessa vittima di cyberbullismo e revenge porn, che non riuscendo a sostenere il giudizio altrui, ha deciso di suicidarsi. A lei è dedicata la Legge 71, promulgata nel 29 maggio del 2017, su proposta della senatrice stessa, che consente ai minori ultraquattordicenni, vittime di cyber bullismo, di richiedere autonomamente la rimozione, oscuramento o blocco di contenuti personali e lesivi dalla rete Internet. Legge che l’avrebbe salvata, se solo ci fosse già stata, quando l’ex fidanzato (anche lui solo quattordicenne) ha pubblicato in rete un video che la ritraeva intenta in atti sessuali, simulati, dopo averle fatto assumere sostanze psicotrope. Il video si è diffuso in breve tempo, generando moltissime critiche e insulti, che definivano Carolina come una ragazza dai facili costumi. Sorge ora un dubbio angosciante: perché l’odio si è abbattuto solo ed esclusivamente sulla vittima e non sugli aggressori? Una studentessa della 5S3 ha dato la risposta: “perché era donna”. Una risposta tanto semplice quanto auto-esplicativa. Nella società contemporanea la sessualità maschile viene ancora esaltata e il ragazzo considerato “mascolino e virile”, mentre le ragazze non sembrano legittimate a vivere liberamente il proprio corpo, anzi vengono giudicate negativamente. La figura femminile viene infatti anacronisticamente vista dalla società come incarnazione ideale di purezza. Per questo motivo viene immediatamente stigmatizzata e denigrata, facendo passare in secondo piano la violenza che ha subito. Di immagini ideali però ce ne sono tante, anche nel mondo maschile. Ad esempio, cos’è la mascolinità? Sembrano esserci pareri molto eterogenei. Uno studente del biennio ha affermato che la mascolinità è una qualità fondamentale in un uomo per garantire una vera e propria struttura sociale. Dunque l’uomo deve sentirsi costantemente in dovere di dimostrare la propria virilità difendendo coloro che scelgono di essere più deboli (a suo parere le donne e la Lgbtq+ community). Questa concezione di “mascolinità tossica” deriva da una mentalità patriarcale, che esclude ogni tipo di sensibilità. In poche parole l’uomo può essere ritenuto tale, solo se non si dimostra mai vulnerabile. Ma la mascolinità non è altro che un costrutto sociale, è la mentalità di massa, ancora influenzata enormemente dalla tradizione patriarcale, che attribuisce queste caratteristiche all’uomo, trasformandolo in un ideale di virilità. Il dibattito purtroppo si è interrotto per mancanza di tempo. Tuttavia è importante sottolineare come in una stessa generazione, possano esserci idee così contrastanti. La senatrice ha concluso l’incontro, ricordando l’importanza di preservare i propri dati su internet. In questo punto del discorso è intervenuto un altro studente della 5S3, spiegando come molto spesso noi forniamo dati personali in cambio di un servizio apparentemente gratuito, inconsapevoli di diventare noi stessi la merce. È di fondamentale importanza, afferma la Ferrara, informare i ragazzi sui diritti che li tutelano su Internet, in modo tale che il suicidio di Carolina non si rifletta in altre morti premature per le stesse identiche ragioni.