Non é passata che una settimana da quando siamo
arrivati nella « ville rose », una città calda,
ricca di colori e spirito. Una città viva,
giovane e accogliente, tra le più importanti
città universitarie della Francia, Tolosa ci ha
accolto, ci ha reso partecipi della sua
frenetica sfilata di vita tra esperienze e nuovi
legami allacciati in pochi giorni.
Sabato, al terzo giorno di permanenza qui a
Tolosa abbiamo avuto la possibilità di visitare
il « Musée des Abattoirs » . Il museo di arte
contemporanea e moderna suddetto si trova
all’interno dell’ antico mattatoio costruito tra
il 1826 e il 1833 e vanta una collezione consta
di più di 3500 opere. Les Abattoirs ospitano un
vernissage d’art contemporain: le Printemps De
Septembre.
Le
opere più accattivanti , evocative e ricercate
sono le foto d’arte di Gerard Rancinan ;
perfezione nel dettaglio, ricercatezza e purezza
fotografica, con frizzante e ironica
provocazione l’artista lancia un allarme contro
le degenerazioni di una società che continua a
perdere valori .
Presente nel museo una mostra fotografica
collettiva direttamente da Mosca intitolata
« the Feast of Trimalchion » che con nitidezza e
pittoresca fantasia denuncia e condanna
l’inutile vantarsi dell’uomo, usando come filo
conduttore scene del « Banchetto di Trimalcione »
di Petronio Arbitro .
Altra mostra fotografica interessante denuncia
della guerra e dell’omofobia é quella di Pierres
e Gilles basato sul contrasto di ambientazioni
tetre su immagini irriverenti e travolgenti .
Tra opere bizzare, quadri esilaranti tra scatti
d’autore e sculture alternative abbiamo passato
un’interessante giornata all’insegna dell’arte e
della cultura.
Il
18 Ottobre noi ragazzi del Telesi@ abbiamo
visitato « le Musée des Augustins » . Lo
splendido edificio in stile gotico meridionale
che ospita il museo era un antico convento degli
agostiniani risalente al 1309 confiscato alla
Chiesa durante le rivoluzione francese ed
adibito a museo per le opere sottratte alla
Chiesa stessa. Nell’ Ottocento le stanze
adiacenti al tipico chiostro medievale furono
rimaneggiate e rimodernate. Oggi ospita
importantissime collezioni romaniche, gotiche,
delle scuole francesi dell’800‑900, italiane
del XIV e XV secolo, dell’arte fiamminga del XV
secolo.
Dopo il boato di stupore suscitato
dall’incantevole chiostro trecentesco, oasi di
riposo e tranquillità nel cuore della città,
abbiamo cominciato la nostra visita dalle sale
dedicate all’epigrafia medievale. Tra gli
androni decorati ed affrescati del museo abbiamo
fatto un salto nel Medioevo ammirando « Notre
Dame de Grasse » piccola scultura che conserva
ancora i colori originali del XIII secolo.
Ad
un tratto dinanzi a noi si é mostrato in tutta
la sua magnificenza il meraviglioso soffitto
affrescato della chiesa conventuale. Creava una
particolare atmosfera la luce che penetrava
della vetrata a colori caldi del rosone. In
questo suggestivo ambiente sono esposte opere di
orgoglio italiano come « S. Agostino e S.
Giovanni » del Perugino, « il martirio di San
Giovanni e San Paolo ».
Lungo la navata centrale ci ha colpito un
particolare : una mano impressa nel pavimento
diventata metafora del nostro viaggio qui. Come
il palmo di quella mano resterà per sempre
impressa nel pavimento di quella fastosa chiesa
così Tolosa e le esperienze ad essa connesse
resteranno per sempre in noi per arricchirci
come persone e per gettare solide fondamenta ad
una buona struttura di responsabilità e
competenze in tutti gli ambiti.
Proseguendo siamo rimasti folgorati della
disperata espressione della scultura neoclassica
di Eugene Thivier « Cauchemar » rappresentante
una donna sdraiata vittima delle grinfie di un
piccolo demone alato.
Siamo passati poi alle sale dedicate all’arte
fiamminga ; merita di essere annoverato un
quadro molto particolare di un pittore olandese
Otto Van Schrieck « Serpent, grenuille et
papillons » . tra le opere di questo tipo vale
la pena citare Baciccio con « Conversione di
S. Paolo » e Vanvitelli con « piazza S. Pietro
di Roma ».
Ci
ha lasciati tutti sospesi , a metà tra il balzo
e il passo, un quadro di Ernest Boguet, un
paesaggio rurale mai portato a termine ,
incompleto, che ci ha fatto riflettere sul
domani, su questo tabù che fa tanto paura ai
giovani chiamato futuro, e a ciò che ci aspetta
quando la tela della vita sarà pressoché portato
a compimento. |