Il 13 ottobre gli studenti della 3ªC1 hanno seguito la terza lezione dello Stage universitario previsto nella programmazione scolastica del Liceo Classico Quadriennale. La lezione è tenuta dal professore Casucci affiancato dallo studioso prof. Mastronimico. La lezione si è avviata da una riflessione di tipo storico, la Rivoluzione Francese. Questo evento storico si caratterizza per una successione di avvenimenti politici e sociali che ebbero come conseguenze principali la caduta della monarchia, il crollo dell’Ancien Régime e l’istituzione della Repubblica in Francia. Liberté, Égalité, Fraternité (in italiano Libertà, Uguaglianza, Fratellanza) sono il motto che sintetizza gli ideali che i francesi perseguivano. Il secondo termine del motto repubblicano, la parola Égalité significa che la legge è uguale per tutti e le differenze per nascita o condizione sociale vengono abolite; ognuno ha il dovere di contribuire alle spese dello Stato in proporzione a quanto possiede. Il principio teoricamente era già presente nel concetto di stato di diritto (quella forma di stato che assicura la salvaguardia e il rispetto dei diritti e delle libertà dell’uomo, insieme alla garanzia dello stato sociale), ma con la Rivoluzione Francese venne praticamente messo in atto. Questo è stato l’elemento di partenza da cui il professore è partito  per spiegare che la letteratura nel corso dei secoli ha fatto da manifesto delle differenze tra la teoria, o le credenze, dalla realtà dei fatti dimostrando che non sempre si è stati tutti uguali davanti alla legge, senza differenze, annullando le antiche differenze come le classi sociali. La letteratura, nonostante si creda sia largamente lontana dal diritto,ne è largamente debitrice; infatti il professore ha presentato una sua ricerca basata su un testo del 1876 di Cesare Lombroso, che crea i ‘Palimsesti del carcere”: raccolta unicamente destinata agli uomini di scienza’, in cui raccoglie i pensieri, le volontà, i rancori dei carcerati italiani del tempo. Tale testimonianza, se pur poco conosciuta, è esempio tangibile del malcontento che imperversava già nel territorio italiano sul diritto e al modo di condurre le procedure penali. Il professore ha poi esposto, nell’ambito del discorso su Lombroso,  la rilevanza data al corpo. Infatti uno dei primi oggetti di ricerca di Cesare Lombroso come «antropologo culturale» fu il tatuaggio. Iniziò infatti ad interessarsi del tatuaggio nel 1863 quando, ufficiale medico non ancora trentenne, osservò che 134 dei «soldati artiglieri», tra i 1147 sottoposti a visita medica, avevano sul corpo uno o più tatuaggi. I soldati tatuati provenivano «delle più infime classi sociali» di tutte le regioni del Regno e avevano svolto, prima di entrare nell’esercito, i mestieri più diversi. La pratica del tatuaggio non sembra in quegli anni essere una caratteristica che possa connotare l’appartenenza ad un gruppo particolare della popolazione del Regno. Lombroso, tornato dopo un decennio ad interessarsi di tatuaggi e di tatuati, scopre che «fra gli uomini non delinquenti , quest’uso tende a decrescere, trovandosene nel ‘73 una quota dieci volte più scarsa che nel 1863. Invece l’usanza permane non solo, ma prende proporzioni vastissime nella popolazione criminale, sia militare, sia civile» ( Lombroso) .Nell’arco di un solo decennio, sembrerebbe che a tatuarsi siano rimasti in pochi, e questi pochi quasi esclusivamente delinquenti. Tenaci continuatori di una pratica ormai abbandonata dai «normali», i criminali seguitano a tracciare sul proprio corpo segni e scritte, ultimi a mantenere viva una usanza ormai desueta. Il tatuaggio, fino ad allora considerato al pari di altre «stranezze»ed esotismi di moda, perde ogni altro attributo che non sia quello di indicatore di criminalità, si riduce per Lombroso a «carattere professionale» della delinquenza, segno e prerogativa di individui inferiori, deboli psichicamente. Il professore ha voluto dimostrare, quindi, la rilevante importanza rivestita dalla letteratura nel diritto, sfruttata per dare analisi all’introspezione criminale, che mediante scritti o mediante la stessa iconografia corporale prende forma. Molteplici sono stati i nomi illustri nominati, da cui gli aspiranti legislatori hanno appreso le nozioni indispensabili per la loro formazione, come nel caso delle tragedie greche in cui si analizzano le caratteristiche psicologiche descritte da autori come Eschilo, Sofocle, Euripide (che presentano personaggi come Clitemnestra, Medea, Antigone, Egisto, Oreste che sono caratteri psicologici legati ad azioni deliquenziali), ma anche quelle presentate da Shakespeare (con Otello, Bruto, Macbeth), o dallo stesso Manzoni, Foscolo, Dante, Balzac. Ma non tutti gli autori sono stati considerati, nel corso degli anni, esempi di consapevolezza letteraria, ma considerati cause sociali del delitto  come Zola, D’Annunzio, Nietzsche.  La consapevolezza della letteratura, nel tempo, sarà sempre di rilevante importanza per qualsiasi avvenimento, perfino l’ultima notifica in campo politico attuale, come la Riforma costituzionale che a breve porterà tutti gli italiani a votare un semplice ‘sì’ oppure un ‘no’ per riformare il Senato che diviene poi organo di rappresentanza delle istituzioni territoriali, necessita di impegno letterario. Bisogna quindi fare ricorso ad una consapevolezza letteraria ance per votare, poichè votare al referendum costituzionale è importante perché rappresenta un momento di partecipazione attiva alla vita politica e sociale del nostro Paese. Proprio per questo è bene approfondire tutte le questioni e le tesi proposte dai fautori del no e da quelli del sì facendo riferimento ai tanti libri usciti in queste settimane in tema Referendum costituzionale.

Rosita Garofano